mercoledì 11 aprile 2012

Le parole mi leccano gli occhi

Vengono quando non le voglio. Come tutte le cose della vita. Dopo che ho finito, chiuso, tirato le coperte a coprire le orecchie perché, no, al contrario di quanto possa sembrare, io non le voglio sentire. Credo di sapere anche da dove vengano: è la finestra, quello spiffero aperto che spingo sempre col ginocchio ma non combacia mai come dovrebbe. E loro entrano da la, le parole infide. Mi leccano gli occhi con movimenti circolari, tolgono via il sale. A volte soffiano tra le palpebre. Quando proprio non voglio ascoltare e sono cattiva e ostinata, allora ficcano le unghie e vanno in fondo e pure se io sono ancora accucciata dietro, dentro il buio della testa, fanno esplodere i fuochi; loro mi aprono gli occhi e si mettono in fila, si fanno leggere. Raccontano storie. Banshee e passi affrettati di vecchie governanti con le chiavi che sferragliano al fianco, bambine affacciate al bordo delle navi, albe livide e dolori di Verlaine, sarisse tenute in mano da ragazzini pieni di paura.
Perchè mai devo ascoltarvi? Io non so niente del mondo, finché le parole non decidono che io devo sapere. E se raccontassero solo bugie?

2 commenti:

antonio ha detto...

Words are very unnecessary they can only do harm...

Silvia ha detto...

I love suffering well^^

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